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Progetto finanziato dalla Regione del Veneto 

 

Progetto: Il mondo digitale in C.A.S.A.: la curiosità non invecchia

 

Fabbrica Alta Seppia

 

Vita da fabbrica, le testimonianze dei nostri Anziani

 

In collaborazione con gli studenti dell'Istituto Professionale Statale G.B. Garbin di Schio impegnati in un progetto di alternaza scuola-lavoro, sono state raccolte testimonianze di vita dei nostri Anziani con lo scopo di favorire lo scambio intergenerazionale di esperienze e conoscenze. 

 

Sin dalla nascita ho abitato a Schio in via Fusinieri e ho frequentato per tre anni il collegio gestito dalle suore canossiane come orfana in quanto la mamma era molto malata. Al termine mi sono iscritta alle scuole commerciali, che a quel tempo erano al Castello e vi son rimasta fino alla terza. Non ho proseguito con gli altri anni perché la quarta e la quinta erano a Vicenza e il mio papà non poteva permettersi di comprarmi il biglietto del treno; perciò ho iniziato a lavorare a Torrebelvicino presso la fabbrica della Lanerossi a seguito di un’offerta di lavoro fattami da un mio conoscente.

Finite le scuole al Castello, che allora erano ad indirizzo commerciale, sono andata a lavorare a Schio dal notaio Letier. A quel tempo servivano delle conoscenze per poter lavorare in un posto così distinto, perciò mio papà mi mandò per fare un po’ di pratica e soprattutto acquisire velocità. Feci pratica anche in altri uffici notarili e aziende, in particolare mi occupavo di carte bollate e atti di compravendita.

Frequentai le scuole elementari al Conte Capri fino al quarto anno, il quinto lo feci a Torrebelvicino. Interruppi gli studi per accudire i miei due fratelli e la mia sorellina; mi occupavo di loro in tutto e per tutto, soprattutto per quanto riguardava l’alimentazione e l’igiene. Vengo da una famiglia povera ma per fortuna non abbiamo mai patito la fame; mio padre era un fornaio e mia madre era una sarta e lavorò a Thiene per ben dieci anni.

Frequentai le scuole fino alla quinta elementare e in seguito imparai a fare la sarta. Abitavamo a Pievebelvicino, mia mamma lavorava alla Lanerossi e mio papà faceva il muratore, ma lo conobbi solo all’età di otto anni perché andava spesso all’estero per lavoro. Mia madre andò in pensione ed io all’età di ventidue anni iniziai a lavorare alla Lanerossi di Schio, all’epoca chiamata “Fabbrica vecia”.

Ho iniziato a lavorare alla Tesfil a Schio dove vendevano i prodotti realizzati dalla Lanerossi quali: tessuti, coperte, filati e in seguito sono state aggiunte le tovaglie e le lenzuola. Vi erano vari negozi a Schio, lo spaccio in via Pasubio (chiamato Tesfil), in cui venivano vendute coperte e scampoli, il negozio a Vicenza, uno spaccio a Dueville, uno a Piovene Rocchette e uno a Pievebelvicino.

Ho iniziato a lavorare alla Lanerossi a Pievebelvicino a soli diciotto anni; inizialmente mi fecero un contratto di apprendistato per un anno e al termine, per festeggiare, ci hanno regalato una gita premio a Pedavena assieme al gruppo delle colleghe. Abitavo a Magrè in via Palazzina e ho sempre fatto i turni al lavoro: una settimana di mattina e una di pomeriggio.

Grazie a mia sorella ho iniziato a lavorare a dodici anni per la “Filanda”, dove si lavoravano i bachi da seta; a quindici sono andata alla Lanerossi (precisamente il sedici ottobre del 1945) come tessitrice e riparatrice. Ho lavorato per ben quindici anni sia nella creazione della stoffa, sia come riparatrice dei difetti.