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Finite le scuole al Castello, che allora erano ad indirizzo commerciale, sono andata a lavorare a Schio dal notaio Letier. A quel tempo servivano delle conoscenze per poter lavorare in un posto così distinto, perciò mio papà mi mandò per fare un po’ di pratica e soprattutto acquisire velocità. Feci pratica anche in altri uffici notarili e aziende, in particolare mi occupavo di carte bollate e atti di compravendita.
A quindici anni feci domanda alla Lanerossi, nella sede commerciale in Via Pasubio a Schio, e fui assunta come impiegata; fui molto felice perché era un lavoro molto ambito a quel tempo. Nel tempo in cui ho prestato servizio ho cambiato diversi uffici amministrativi tra cui l’ufficio paghe (che sono state successivamente meccanizzate).
Ogni ufficio aveva il suo rappresentante e come ogni azienda una sua gerarchia, per questo motivo non ho mai avuto rapporti diretti con il Signor Rossi. Mi sono sempre trovata bene e l’ambiente era davvero piacevole tant’è vero che sono sempre andata al lavoro volentieri. Mi piace ricordare quando da Magrè partivo con la mia bicicletta e successivamente con la mia Fiat 600 acquistata da un mio collega. Gli uffici in cui lavoravo erano misti uomini e donne; eravamo in molti, le stanze erano grandi e nonostante ciò mai una discussione è stata lasciata da risolvere o da chiarire. Nel tempo mi sono sentita riconosciuta ed apprezzata con passaggi contrattuali di categoria e aumenti in busta paga. Uno dei vantaggi che offriva la Lanerossi era l’asilo aziendale. Il mio piccolo non si ambientò molto ma il servizio offerto dall’azienda era ottimo: avrei potuto accompagnarlo prima di andare a lavorare e prenderlo a fine giornata. Nel 1955 la Lanerossi entrò in crisi, nel 1962 il Gruppo Eni rilevò la società “salvandola” dal fallimento; prosperò e crebbe nel tempo tanto che, nel 1973, fu trasformata in una S.P.A. e quotata in borsa. Nel 1987 cessò di essere un’azienda autonoma e fu acquisita da Marzotto di Valdagno. Avevo poco più di cinquant’anni quando (nel 1981) mi è stato concesso il prepensionamento a seguito di determinati requisiti che io avevo e per l’occasione mi regalarono cinque anni di contributi e la mia pensione aumentò. In un primo momento è stato difficile restare a casa perché amavo il mio lavoro ma, vista la mia giovane età, ho sfruttato l’occasione per godermi la mia vita e la mia famiglia.