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Ho iniziato a lavorare alla Tesfil a Schio dove vendevano i prodotti realizzati dalla Lanerossi quali: tessuti, coperte, filati e in seguito sono state aggiunte le tovaglie e le lenzuola. Vi erano vari negozi a Schio, lo spaccio in via Pasubio (chiamato Tesfil), in cui venivano vendute coperte e scampoli, il negozio a Vicenza, uno spaccio a Dueville, uno a Piovene Rocchette e uno a Pievebelvicino. Ho iniziato a lavorare a quindici anni (la famosa gavetta); ero un facchino per cui portavo i pacchi nei vari negozi, il tutto per circa due/tre anni. A diciotto anni mi hanno spostato un po’ da per tutto come addetto alle vendite, ho fatto anche delle trasferte in varie parti d’Italia come a Borca di Cadore. Ricordo di aver trascorso un paio di mesi come pendolare e rientravo a casa solo nel fine settimana. Quando la Lanerossi fu assorbita dal gruppo Eni non siamo più rimasti Tesfil, bensì “Servizio Vendita a Negozi”, perciò sono stati aperti più negozi, tra cui anche a Milano ed è subentrata la vendita di abbigliamento diventata “Lebole” nel 1967/1968 (azienda che comprava i tessuti della Lanerossi).
Nonostante le successioni delle varie società non abbiamo mai risentito di queste fusioni, tant’è che l’azienda di riferimento rimase la Lanerossi e al termine presi la liquidazione dalla Marzotto. Nel 1997 subentrò la Marzotto, le prime trattative iniziarono negli anni ’90, io sono stato collocato in filatura per i primi otto giorni e successivamente feci il portinaio. Lavoravo a turni e facevo anche le notti dalle ore 22.00 fino alle ore 06.00 del mattino seguente. Il collega che terminava il turno alle 22.00 si fermava con me un’ora e faceva il giro di controllo delle porte, si chiudevano quelle dei vari uffici tranne i reparti come la tessitura che rimanevano aperti perché si lavorava ad orario continuato. Negli anni, nonostante gli innumerevoli subentri, molti negozi vennero chiusi (circa trenta in tutta Italia) mentre per la vendita al dettaglio fu aperto uno spaccio in zona industriale.